Con una nota esplicita e inequivocabile, la RSU (Rappresentanza sindacale) aziendale e la totalità dei lavoratori dell’Arena hanno denunciato la inadeguatezza del Sovraintendente Orazi e della dirigenza che lo circonda, sollecitando così il cambiamento e la predisposizione di un serio e credibile piano di rilancio.
Le reazioni sono state sconcertanti: il silenzio glaciale di Tosi, sindaco e presidente della Fondazione; lo sconcerto e il disappunto dei vertici sindacali provinciali, che in un comunicato equivoco propongono un confronto che eviti “inasprimenti”; la contrapposizione ottusa del governatore Galan, il quale non sa nulla dell’Arena, ma difende Orazi per esclusiva convenienza politica.
Sulla testa di Orazi pesano come un macigno le vecchie e le nuove scelte fallimentari, l’attuale stagione invernale del Filarmonico, scadente come sempre e centrata su un’opera costosa e anonima, quale “Nixon in Cina” di John Adams; e poi – per la seconda volta – l’ingaggio di un direttore artistico, dileguatosi come neve al sole (Battistelli dopo Carminati) e la sempre più disastrosa situazione economico-finanziaria, con un deficit ormai prossimo ai 20 milioni di Euro.
Eppure tutto è fermo, come se le cose andassero per il meglio.
Le recenti novità legislative, che modificano sostanzialmente il “decreto Asciutti”, permettendo investimenti e assunzioni, a Verona non potranno essere applicate per la pesantezza dei bilanci.
Anzi, incombe minaccioso sui destini della musica e dei corpi artistici, un fantomatico piano di ristrutturazione, che prevederebbe tagli al personale e la fine della stagione invernale, in altre parole la soppressione del teatro stabile.
Il sindaco non può più tacere, illudendosi che il silenzio decanti la situazione; sono in gioco il futuro di centinaia di lavoratori qualificati e il nome stesso di Verona, legato da sempre alla musica lirica.
Altrochè l’URSS, caro Galan! Qui è l’Arena che rischia di fallire, mentre Orazi – passato senza battere ciglio dalle frequentazioni uliviste alla protezione di Forza Italia – per ingraziarsi vescovi e prelati, politici e “ottimati”, umilia l’orchestra di Verona, facendole suonare in Duomo una fiaba per bambini, scritta dalla moglie del vice sindaco di Verona, Meocci.
La Sinistra – L’Arcobaleno
Partito Socialista
VERONA
mercoledì 16 gennaio 2008
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