mercoledì 20 febbraio 2008

A VERONA IL CENTRODESTRA AUMENTA LE INDENNITA' DEGLI AMMINISTRATORI: LA CASTA DI TOSI


Come é noto a Roma il Governo ha proposto una legge con la quale ha ridotto i costi della politica. Con la legge, detta Lanzillotta, sono diminuiti in modo rilevante i partecipanti ai consigli di amministrazione, ciò per ridurre sensibilmente i costi relativi alle indennità di carica e di funzione degli amministratori pubblici. Lo scopo della norma nazionale é di trasferire dalle tasche degli amministratori fondi necessari per risolvere i problemi del Paese e dei cittadini che non si trovano in buone acque. E poi non sembra giusto che a fronte di stipendi e pensioni da fame, vi siano amministratori di aziende pubbliche che per partecipare a poche riunioni al mese prendano il doppio o molto di più di chi lavora dalla mattina alla sera. La richiesta di moralizzare la partecipazione alla amministrazione pubblica é fortemente richiesta e una delle questioni é che non é possibile strapagare gli amministratori, nominati dalla politica, in maniera smisurata.

Dall'avvento della giunta Tosi a Verona si fa il contrario. Quasi tutti i presidenti e gli amministratori delle varie aziende percepiscono indennità sproporzionate non mancando l'occasione di attribuirsi scandalosi aumenti come recentemente ha fatto l'AMIA i cui aumenti milionari, per il presidente e per i membri del consiglio di amministrazione, saranno pagati dai cittadini con l'aumento delle tariffe per il servizio immondizie. Nel caso dell’Aeroporto Catullo in applicazione della legge nazionale i membri del consiglio di amministrazione da 15 sono diventati 7. Così più che dimezzando il numero dei membri si dovrebbe più che dimezzare il costo del consiglio di amministrazione: se esso era di 260 mila euro all'anno, oggi dovrebbe scendere a meno di 130 mila. Se poi si considera che in Parlamento, per dare un piccolo esempio, si sono diminuite del 10% le indennità si poteva sperare in un piccolo ritocco in basso anche all'Aeroporto (e in tutti gli altri consigli di amministrazione: Amia, Agsm, Aptv, ecc.).

Invece no. Si sono detti: perché non introitare nelle nostre tasche i risparmi voluti dalla legge? E così hanno fatto in barba alla legge e in barba ai cittadini, e si sono quasi raddoppiate le indennità. Infatti ora con 7 amministratori il consiglio costa 220 mila euro l’anno. Dichiarano con sfrontatezza che così fanno risparmiare 40mila euro all'anno, anziché dire che con gli aumenti voluti al momento della loro nomina si portano a casa dall’amministrazione pubblica circa 100 mila euro (che potevano essere risparmiati senza gli aumenti). Ciò é semplicemente scandaloso.

Chiediamo ai Consigli Comunale e Provinciale di Verona di intervenire urgentemente ed energicamente per far rispettare lo spirito della legge, cioè il risparmio dei costi della politica, e di far annullare gli aumenti ingiustificati avvenuti nelle aziende pubbliche veronesi. Le difese del sindaco Tosi ai recenti sconsiderati aumenti per i "suoi uomini" non sono accettabili. La casta di Tosi costa troppo ai veronesi. Se nulla accadrà saremo costretti a raccogliere migliaia di firme dei cittadini per chiedere che, anche a Verona, Tosi e il centrodestra rispettino la legge e gli amministrati, i quali altrimenti dovranno pagare bollette più salate, inadeguate alle loro tasche.

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