giovedì 17 aprile 2008

CATASTROFE ELETTORALE PER SINISTRA ARCOBALENO

Vittoria netta del Popolo della Libertà e della Lega Nord, si afferma il Partito
Democratico insieme al suo alleato dell' Italia dei Valori, catastrofe
elettorale per la Sinistra Arcobaleno. La rimonta del PD non c'è stata e la
Sinistra Arcobaleno resta fuori dal Parlamento.

Penso si possa riassumere in questo modo il risultato delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008: i prossimi cinque anni governerà di nuovo in Italia Silvio Berlusconi ed il centrodestra.Avevo accettato una candidatura difficile in Veneto per la Sinistra l'Arcobaleno e in queste settimane di campagna elettorale mi era chiara la grande difficoltà a farci ascoltare ed a chiedere il voto per questa nuova alleanza elettorale e politica.Dai nostri esponenti locali dei Verdi (e non solo), da Associazioni, Comitati e numerosi cittadini e cittadine che ci avevano votato nel 2006, mi sentivo rispondere in due soli modi: ˝ci avete deluso con la vostra esperienza con il Governo Prodi˝, ˝il vostro non è un voto utile per battere le destre˝. In Veneto, come poi è stato confermato dai risultati, la Lega andava fortissimo e tutta la campagna è stata contro gli immigranti, contro la casta, Roma ladrona, per il federalismo, sui problemi veri di salari e pensioni minime che non bastano più alle famiglie ed agli anziani.E nonostante vi sia una cementificazione dilagante nel territorio veneto e decine di progetti ed infrastrutture devastanti proposti dal presidente della Regione Galan (in genere con il consenso del PD e di Antonio Di Pietro) non siamo riusciti ad imporre nessun tema ambientale. Così come quando abbiamo affrontato la piaga della precarietà nel lavoro di oggi, non siamo riusciti ad intercettare quel mondo di giovani e non solo che chiedono maggiori diritti ed un percorso di stabilizzazione professionale. Eppure con gli altri candidati Paolo Ferrero e Nicola Tranfaglia, ci siamo spesi molto per spiegare il senso di questa proposta, più un voto per il futuro, che un giudizio sul passato. Pensavo e speravo che fosse il Veneto ad essere un luogo particolarmente difficile, dove l'aria di destra si respirava al bar, nelle stazioni e sui tanti treni che ho utilizzato per muovermi in campagna elettorale.Invece la sonora sconfitta della Sinistra l'Arcobaleno è stata in ogni regione, dal profondo Nord, alle regioni rosse, fino al sud clientelare.Siamo stati stritolati secondo me da tre condizioni: la nostra incapacità di esserci con una proposta credibile e nuova, la delusione per la nostra esperienza di governo che ha prodotto un serio astensionismo verso di noi, e terzo la martellante campagna del Partito democratico sul voto utile, che ci ha dissanguato del poco che restava, e che coglieva la voglia di semplificazione della proposta politica.Certo queste sono solo mie impressioni e sarà bene analizzare con maggiore cura ed analisi che cosa è successo, come è cambiato il mondo e le aspettative delle persone, come siamo diventati una società frammentata ed impaurita dal futuro, come sia potuto accadere che la risposta regressiva e demagogica sia stata quella più attraente per i cittadini e le cittadine italiane.Mi auguro che il confronto dentro i Verdi e nelle altre forze politiche che hanno dato vita alla sinistra arcobaleno sia serio e partecipato, con un processo largo e che nasca dai territori, che coinvolga la parte viva e critica che ancora esiste nel nostro Paese, e sia fatto anche di nuove elaborazioni e saperi.Invece sono preoccupata delle risposte lampanti quanto banali che in queste ore vengono avanti, sul fallimento del progetto e sul tornare ognuno a casa propria, in fretta, senza nemmeno salutarci. Dal 29 di aprile tornerà al Governo del Paese Silvio Berlusconi ed è una pesante sconfitta per i Verdi e gli ambientalisti italiani, anche di quelli che hanno scelto di stare nel PD: torneranno i progetti sbagliati, andrà avanti la scelta del nucleare, la cementificazione del territorio non conoscerà soste, gli inceneritori torneranno ad essere la soluzione al problema rifiuti.Noi dovremo tutti insieme organizzare una reazione, nuove elaborazioni e proposte alternative, una rete territoriale capillare e credibile di azioni locali, e dovremo mettere insieme energie e risorse. Sento c'è ancora bisogno del Verde in politica, ma solo se ammetteremo la nostra pesante sconfitta e se saremo in grado di elaborare una pagina nuova˝.

Anna Donati - candidata in Veneto al Senato

UN CROLLO INASPETTATO. «COSÌ LA DEMOCRAZIA SI È IMPOVERITA»

Solo in città la lista di Rifondazione, Pdci e Verdi ha superato il 2 per cento mentre due anni fa Rca da sola aveva ottenuto oltre il 5 al Senato. Valpiana: Parlamento senza comunisti e socialisti, prima volta. Fasoli: chi ci ha tradito per la Lega capirà l’errore

Il tramonto della Sinistra arcobaleno potrebbe presto trasformarsi in una nuova alba di speranza. Ci scommettono i dirigenti della nuova formazione politica a sinistra del Pd che due giorni fa ha portato a casa una percentuale che solo in città e per il Senato ha superato il 2 per cento. Per il resto tra Verona e provincia non si supera l’1 per cento con un tracollo che «va al di là delle più pessimistiche previsioni», ammette Tiziana Valpiana da Città del Capo in Sudafrica dove si trova in missione parlamentare insieme ad altre due colleghe. E aggiunge: «Il voto di domenica e lunedì preconizza un regime e si impoverisce la democrazia, amputata del nostro partito. Basta pensare che per la prima volta dal dopoguerra non ci sono più nè comunisti nè socialisti in Parlamento». Eppure non è che le ultime comunali siano state un viaggio di nozze. Allora Verdi e Rifondazione comunista arrivarono insieme al 2,9% e la porta di Palazzo Barbieri aprì una fessura sufficiente solo a far passare Graziano Perini, esponente del partito di Oliviero Diliberto, il Pdci. Si mastica amaro tra i dirigenti della Sinistra Arcobaleno ma non c’è rassegnazione anche perchè, spiega il segretario di Rifondazione comunista Fiorenzo Fasoli, «avevamo elaborato il lutto della sconfitta elettorale già un anno fa quando è stato eletto il sindaco Flavio Tosi». Quasi 365 giorni per pensare a quei consensi che non sono usciti dalle urne fino ad arrivare alle ricette da presentare subito agli elettori, prima di perdersi definitivamente nel labirinto della sconfitta irrecuperabile. Ed ecco la risposta: «La ricetta del centrodestra? Si rivelerà un bluff», dice sicuro Fasoli. Lo capirà, sostengono i dirigenti della sinistra radicale, chi ha tradito la sinistra per andarsi ad accasare nelle sicure fortezze della Lega al sicuro da clandestini, reati e povertà. Non ci sta Fasoli: «Il centrodestra», dice, «ha trasformato il conflitto tra classi sociali in una guerra tra poveri. Questa dinamica deve essere presto sconfitta». E così, sostiene il segretario provinciale, non si va da nessuna parte. «Non si può rispondere con la pancia come fa la Lega a problemi come quello della casa, degli immigrati o della precarietà» spiega Fasoli. Il pensiero poi si rivolge subito al futuro e non c’è tempo da perdere. «I rapporti con il Partito democratico? Ci aspettiamo la loro assunzione di responsabilità, è il partito di maggioranza relativa in città e ora deve indicare una proposta alternativa al centrodestra». Nel frattempo, stasera ci sarà la prima riunione dei vertici della Sinistra arcobaleno: «Valuteremo il risultato delle elezioni, decideremo le prossime mosse e prepararemo l’organizzazione della manifestazione del 25 aprile», afferma Fasoli. Un appuntamento importante al quale, rivela il consigliere comunale del Pdci Graziano Perini, «hanno già dato la loro adesione Margherita Hack, Giuliano Giuliani e il parlamentare uscente Nicola Tranfaglia». Il dirigente della Sinistra Arcobaleno traccia già la strada del «nuovo» partito. «A Verona», attacca Perini, «c’è una grossa questione ambientale a partire dal traforo per arrivare all’inquinamento. E su questi problemi che dobbiamo far sentire la voce dei cittadini e potremo riconquistare i loro voti».

Giampaolo Chavan – L’Arena

mercoledì 16 aprile 2008

BEPPE GRILLO ATTACCA VELTRONI: «HA RIESUMATO SILVIO, UNA SALMA POLITICA»

Voto, il day after sul blog: «Loro non molleranno mai, noi neppure». Il
comico genovese: «Il leader del Pd ha fatto cadere il governo: lui, non
Mastella».


MILANO - Non perde la sua vena polemica Beppe Grillo nel day after delle politiche 2008. Dalle colonne del suo blog il comico genovese fa un'analisi del voto e se la prende con il leader sconfitto. «Veltroni (alias Topo Gigio, per l'occasione Grillo rispolvera un vecchio personaggio, ndr) ha fatto il miracolo», scrive il comico. Quale? «Aver riesumato una salma politica». L'accusa di Grillo a Veltroni è di aver resusciato Berlusconi (il nome del suo personaggio è testa d'Asfalto, ndr).

«MIRACOLO» - «Era l'autunno del 2007 - scrive Grillo -. Testa d'Asfalto regalava la pasta a un centinaio di pensionati in periferia di Milano. Fini e Casini lo avevano abbandonato. Una vecchia gloria sul viale del tramonto. Topo Gigio ha fatto il miracolo. Il suo primo atto politico è stato di riesumare una salma politica». Il comico ricorda gli approcci tra i due leader e «la foto della stretta di mano tra i due dopo una conversazione strettamente privata sulla nuova legge elettorale». «Sembravano Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano - ironizza Grillo -. Lo psiconano aveva un'aria incredula. Non poteva immaginare che i pidini fossero così coglioni».

«VELTRONI IL MIGLIOR ALLEATO DEL PDL» - Nel governo di centrosinistra, sottolinea Grillo, Veltroni non si preoccupò di interpellare i piccoli partiti su una legge che li avrebbe fatti scomparire. «Topo Gigio - si legge sul blog del comico - è stato il miglior alleato del PDL. Ha fatto cadere il Governo: lui, non Mastella. Ha perso le elezioni in modo disastroso. Ha cancellato la sinistra e i verdi. Si può fare. Se fossi Berlusconi lo farei vice presidente del Consiglio».

LEGGE ELETTORALE - Grillo non perde occasione per ricordare che «la legge elettorale è incostituzionale». «Ci hanno trattati come bestie che possono fare solo una X su un simbolo. E la X l'abbiamo messa lo stesso perché siamo condizionati da mezzi di informazione anti democratici». «Senza libera informazione non c’è democrazia - conclude Grillo nel suo post -. Loro non molleranno mai, noi neppure».

www.corriere.it

martedì 15 aprile 2008

ELEZIONI, ORA CAMBIO DI ROTTA

Il ˝catastrofico˝ risultato della Sinistra Arcobaleno richiede ˝un
cambio di rotta visibile˝ e una riflessione ˝aperta e senza tabù˝
anche all'interno del Pd.

E' quanto sottolineano Monica Frassoni e Daniel Cohn Bendit, co-presidenti del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, commentando il risultato elettorale.˝Come sette anni fa l'elettorato italiano si è lasciato ammaliare dalle sirene berlusconiane e dal 'celodurismo' di Bossi˝, rilevano i due eurodeputati, secondo i quale il cattivo risultato della Sinistra Arcobaleno non rende ˝meno urgente trovare una risposta alle sfide ambientali, alle crescenti ineguaglianze, all'insicurezza e alla sfiducia nella politica in Italia e altrove˝.

˝Ma si impone un cambio di rotta visibile e un passo indietro di quanti hanno avuto responsabilità dirette nella gestione della campagna elettorale e nei suoi risultati˝, sottolineano Frassoni e Cohn Bendit, i quale osservano che˝questa situazione richiede umiltà, riflessione e ascolto da parte di tutte e tutti per recuperare credibilità agli occhi di coloro che ce l'hanno negata e per prepararci, insieme alle forze migliori della società italiana al cambio di vento che inizierà a soffiare non appena il nuovo governo dimostrerà la propria inadeguatezza˝ .

No quindi a ˝ritocchi cosmetici˝: ˝se non avremo il coraggio di cambiare profondamente coinvolgendo pienamente le associazioni ambientaliste, la società civile che lotta contro la criminalità organizzata, le Ong che fanno della solidarietà la propria bussola, l'economia che innova e tutte le esperienze che ci vengono invidiate nel mondo, saremo condannati ad anni di irrilevanza˝, concludono i due esponenti dei Verdi.

LA SINISTRA - L'ANTAGONISMO EX PARLAMENTARE

Probabilmente siamo davanti al più brutale processo di razionalizzazione politica che si sia mai visto in Italia. Sparisce dal Parlamento un cartello elettorale, la Sinistra Arcobaleno, che riuniva partiti capaci in astratto, ma anche per storia politica alle spalle, di superare il dieci per cento. La sinistra anticapitalista si trova ai margini della politica, fuori dal gioco, esclusa dal circuito istituzionale. È di nuovo una sinistra extraparlamentare. Il suo simbolo oggi potrebbe essere proprio il suo candidato premier, Fausto Bertinotti: il presidente della Camera uscente che non riesce a rientrare nell'assemblea rappresentativa. La realtà complessiva è che finiscono in fuorigioco la vecchia Rifondazione comunista, i Verdi, i Comunisti italiani e quella frazione ex diessina che non aveva accettato la confluenza nel Partito democratico.

È questo uno dei risultati della rivoluzione copernicana di Walter Veltroni, che ha rovesciato lo schema politico precedente, quello di Romano Prodi e di Arturo Parisi: ai quali si doveva la convinzione per cui la sinistra ˝antagonista˝ doveva essere inclusa nel perimetro dell'alleanza necessaria per battere la destra; mentre toccava poi a ministri come Tommaso Padoa-Schioppa il compito di insegnare la ˝triste scienza˝ agli utopisti e agli oltranzisti, ai no global e agli anticapitalisti. Tuttavia il contributo alla governabilità non esauriva la funzione che la sinistra radicale pensava di essere chiamata a realizzare. Fare la portatrice d'acqua per il governo tecnocratico del centrosinistra non era così soddisfacente. Gli anticapitalisti al servizio del risanamento del deficit e a favore del taglio del cuneo per la Confindustria: una cosa bizzarra. Insopportabile per l'acuta consapevolezza sociale di molti esponenti della sinistra radicale, per la loro nitida percezione delle nuove conflittualità, per un senso critico vivificato dal coinvolgimento personale, per il pacifismo e quindi per l'incapacità di subire troppo a lungo compromessi in economia e sull'orizzonte della politica internazionale. Tutto questo, cioè l'asimmetria delle intenzioni rispetto ai risultati, venne sintetizzato infine nel gusto dissacratorio e politicamente irridente di Bertinotti: che con le battute su Prodi come Vincenzo Cardarelli, ˝il più grande poeta morente˝, fece risuonare le campane a morto per il governo dell'Unione ben prima della disastrosa defezione di Clemente Mastella e Lamberto Dini.

Veltroni ha messo allo scoperto la fragilità di questa sinistra. L'ha costretta a porsi il problema della sua rappresentatività, e della qualità del suo programma politico, non tanto fra i velluti delle aule parlamentari e con le obiezioni di coscienza, bensì nel gioco crudele dell'arena elettorale. Nessuno, per la verità, pensava che fosse possibile la liquidazione totale di un'esperienza come quella di Rifondazione; e si pensava che nell'alveo della sinistra contestativa avrebbero trovato spazio e ruolo le nicchie ambientaliste governate da Pecoraro Scanio come gli irrigidimenti postcomunisti di Oliviero Diliberto e i maldipancia dei diessini dissenzienti guidati da Fabio Mussi e Cesare Salvi.

Invece è scattata una specie di trappola elettorale, spaventosa negli effetti ma piuttosto tipica per l'estremismo politico di sinistra. Quando è il momento meno opportuno, che si tratti della scissione di Livorno o della scomparsa dello Psiup, a sinistra non si conoscono mezze misure. O catastrofe, o niente. L'Arcobaleno ha pagato la scarsa visibilità delle sue proposte, in parte dovute al concentrarsi dei media sul duello fra Pd e Pdl, e in parte legate alla varietà volatile dei suoi programmi politici. La nuova sinistra voluta da Bertinotti, finalmente slegata dalle sue eredità comuniste, doveva diventare una forza moderna trasversale, connessa ai temi di fondo della globalizzazione, alle inquietudini sull'˝impronta ambientale˝ dello sviluppo, e al recupero di ispirazioni socialiste reinterpretate alla maniera della Linke tedesca. Messi nello shaker questi ingredienti, ne è venuta fuori una miscela in cui le identità sono evaporate, la falce e martello si è dissolta, le culture non si sono amalgamate se non in un composto di radicalismi vari.

Vale a dire: mentre Veltroni tentava un'iniziativa davvero egemonica (e spesso denunciata come tale dalla sinistra radicale), tutta proiettata a definire il profilo di una sinistra di governo, la Sinistra arcobaleno si è trovata in una impasse drammatica. Era finita la rendita dei partiti in grado di raccogliere voti estremisti e di renderli comunque ˝utili˝ all'interno di un'alleanza estesa e anche condizionabile. E in una situazione come questa sono stati gli elettori a risolvere i problemi impossibili della sinistra antagonista: qualcuno si è fatto convincere dall'appello implicito al ˝voto utile˝ al Pd come bastione contro la macchina berlusconiana; altri hanno trovato sfogo antipolitico nel partito di Di Pietro e perfino nel populismo radicaleggiante della Lega; e mentre qualcuno dei nostalgici della falce e martello ha trovato rifugio nel simbolo di Sinistra critica dell'eretico Turigliatto, molti altri, a quanto si capisce, come i redattori del manifesto, devono avere sciolto il dilemma rifugiandosi nell'astensione.

Ma andrà detto che il ripiegamento fuori dalla politica, in una sinistra ideale e non empirica, lascia il campo privo di una rappresentanza istituzionale per una parte di società dispersa ma ancora consistente. Ora, Bertinotti annuncia l'addio. Gli altri parlano di anno zero, di costituenti, di un nuovo inizio. Comunque sia, ogni costituente è buona se si pone il problema di come ci si connette al problema del governo. L'idea che fosse possibile il giardinetto dei radicalismi è stata sfigurata dalla violenza della realtà. Per chi ha sempre amato parlare delle ragioni ˝oggettive˝, dei ˝rapporti di forza˝, della ˝struttura˝, è giunto il momento di fare i conti fino in fondo con la realtà, e non con il labirinto delle illusioni.

Edmondo Berselli

http://www.repubblica.it/

ADDIO LISTA ARCOBALENO. E BERTINOTTI LASCIA

La notte terribile della gauche italiana. E gli operai fanno festa con la Lega.


A Valdagno il Carroccio batte la Sinistra Arcobaleno 30a 2,1. Bossi: «La Lega
l’hanno votata i lavoratori»


«Cercate l’orso bruno ˝JJ3˝», aveva ordinato l’altro ieri Alfonso Pecoraro Scanio. Ciò detto, spiegava un comunicato, il ministro dell’Ambiente aveva «aperto tavoli di confronto con alcuni Paesi dell’Arco alpino» chiedendo preoccupato dove fosse finito lo Yoghi sparito dal parco dell’Adamello. Da ieri, però, ha altri problemi per la testa: con l’orso è sparita la sinistra radicale. Comunista e verde. Almeno dal Parlamento. Non un rappresentante al Senato, non uno alla Camera. O almeno così pareva ormai certo mentre calava la notte più straziante, tormentata e insonne che la «gauche» italiana abbia mai vissuto. Una notte resa ancora più cupa, agli occhi dei protagonisti attoniti del mondo arcobaleno, dal trionfo di Silvio Berlusconi, dal dilagare della Lega e da quella rivendicazione del segretario del Carroccio Umberto Bossi che non ammetteva repliche: «La Lega l’hanno votata i lavoratori». Pausa. Rilancio: «I lavoratori non votano più la sinistra: è la Lega il partito nuovo dei lavoratori».

Hai voglia, adesso, ad alzare il sopracciglio ridacchiando. A fare spallucce. A buttarla sul ridere. Perché i dati che emergono questo dicono. Basta prendere la provincia di Vicenza. Provincia industriale. Metalmeccanica. Manifatturiera. Provincia bianca. Per decenni democristiana. Mariana e bisagliana, cioè fedele a Mariano Rumor e Toni Bisaglia. Obbediente a Monsignor Carlo Zinato, il vescovo che Camilla Cederna chiamava «La Wandissima» per come voleva essere sempre al centro di tutto. Bene: anche a quei tempi la sinistra aveva sempre tenuto in alcune roccaforti. Sempre. I dati di ieri sono nettissimi. E dovrebbero rappresentare per Fausto Bertinotti, che si insediò alla presidenza della Camera dedicando il suo trionfo «alle operaie e agli operai», una spina nel cuore. La Lega straccia la Sinistra Arcobaleno a Valdagno (Valdagno: dove quarant’anni fa i ribelli tirarono giù la statua di Gaetano Marzotto) 30 a 2,1%, la distrugge a Schio (la Schio della Lanerossi) 25 a 2,6%, la polverizza ad Arzignano (dove pure c’è un sindaco di centrosinistra) 37 a 1,5 e la annienta in due paesi storicamente strapieni di Cipputi come Chiampo (41 contro 0,9) e San Pietro Mussolino, dove una popolazione in larga parte composta da tute blu e dalle loro famiglie consegna al Senatur uno stratosferico 49,8 per cento e a quella che forse un po' presuntuosamente si era autodefinita «l’unica sinistra», un umiliante 0,6.

Certo, Bertinotti e Pecoraro e Diliberto, potrebbero cercare qua e là per l’Italia qualche motivo di incoraggiamento. Del resto la storia ci ha consegnato esempi formidabili di sconfitte disastrose spacciate per flessioni. Immortale, ad esempio, resta il caso del democristiano Vito Napoli che, sotto le macerie fumanti del crollo della Democrazia Cristiana nelle disastrose «comunali» del 1993 disse: «Abbiamo perso Roma, Milano, Napoli, Venezia, Palermo... Ma ci sono anche segnali incoraggianti. Penso ai successi di Gerace, Pizzo Calabro, Praia a mare...». Né si può dimenticare il buttiglioniano Maurizio Ronconi dopo una batosta generalizzata al Cdu: «Gli elettori riconsegnano Valfabbrica al Polo, nonostante la presenza di una lista di disturbo. E con Valfabbrica sono nostre anche Parrano e Attigliano... ». Mai, però, si era vista sparire così di colpo, come fosse stata inghiottita da un abisso, un’intera area. Basti dire che soltanto due anni fa Rifondazione Comunista aveva preso il 5,8 per cento, i Comunisti Italiani il 2,3, i Verdi il due abbondante. Per un totale del 10,2 per cento. Per non dire delle elezioni europee del 2004, quando insieme arrivarono a passare l’undici. Di più: non c’era discorso, dibattito, confronto in cui l’uno o l’altro, nella scia delle grandi adunate di piazza antiberlusconiane, non rivendicassero i sondaggi che li davano, tutti insieme, intorno al tredici per cento.

Solo una manciata di mesi fa, nella fase più dura di tensioni sulla Finanziaria dentro quella che allora era la maggioranza, Fabio Mussi minacciava: «Siamo una forza imponente, quindi se non si prestasse orecchio alle nostre proposte si farebbe un errore grave, molto grave». «L’8,7% ottenuto dalla sinistra unita in Germania sarebbe per voi una vittoria o una sconfitta?», chiesero qualche settimana fa al sub-comandante Fausto. E lui: «Siamo uomini di grande ambizione, mai porre limiti alla provvidenza rossa». Erano cinque, i partiti, partitini e micro-partitini, che si presentavano alle elezioni sventolando ancora (nonostante lo stesso Bertinotti avesse spiegato che dentro l'alleanza il comunismo sarebbe stato «una corrente culturale») la bandiera con la falce e il martello. E non uno è stato preso sul serio dagli elettori. E il risultato è una svolta inimmaginabile. Per la prima volta nella storia, dopo la fine della dittatura fascista, il Parlamento italiano non avrà tra i suoi banchi, dove anche la nascita della Costituzione venne salutata da un gruppo di camicie rosse, un solo «rosso». «E' una sconfitta netta dalle proporzioni nette e questo la rende più acuta», ha spiegato l’anziano leader annunciando che il suo ruolo «termina qui».

Neanche il tempo che le prospettive più fosche si concretizzassero e già a sinistra si aprivano come scontato le liti, gli sberleffi, gli insulti, i conati di veleno, i processi ai colpevoli. Certo, niente a che vedere con le purghe di un tempo, quando Antonio Roasio schedava i compagni rifugiatisi in Russia per scoprire se meritavano di farsi un giretto nel carcere Taganka o con la «kista », l'autocritica dei propri errori che veniva chiesta alla scuola quadri delle Frattocchie per fortificare lo spirito comunista. Ma il processo sarà lungo, tormentato, duro. Perché ha perso dappertutto, questa sinistra rancorosa e sognatrice, pacifista e bellicosa che in questi anni ha detto no alla Tav e no all’eolico, no alle missioni di pace e no alla riforma delle pensioni e no a tutto o quasi tutto. E si ritrova sgominata a Taranto (dove soltanto un anno fa aveva incredibilmente vinto le «comunali» dopo un crollo del 46% delle destre ieri risorte) e in tutta la Puglia che le aveva regalato il trionfo di Vendola, in Sicilia dove candidava Rita Borsellino, in Campania dove è finita sotto le macerie del bassolinismo a dispetto delle battaglie contro gli inceneritori e in Piemonte a dispetto dell'opposizione all'Alta Velocità in Val di Susa. E sullo sfondo, mentre loro malinconicamente ripiegano le bandiere, sorride il Cavaliere trionfante e sorride Gianfranco Fini e sorride soprattutto lui, Umberto Bossi. Tra operai in festa ai quali la sinistra non riesce più a parlare.

Gian Antonio Stella
www.corriere.it

sabato 12 aprile 2008

ECCO DOVE IL VOTO DISGIUNTO PUÒ CAPOVOLGERE IL RISULTATO

Silvio Berlusconi insiste: gli elettori di Udc e Destra votino il Pdl al Senato. Quella di Palazzo Madama è la partita decisi va e il Cavaliere sa che lo spostamento di poche migliala di voti può capovolgere il risultato finale. Il voto disgiunto è l'altra faccia del "voto utile". E all'appello di Berlusconi si oppone, ormai da diversi giorni, un tam tam nel centrosinistra per sfruttare al meglio le regole del Porcellum e tentare di sottrarre a Berlusconi i seggi decisivi in alcune regioni. A differenza dell'appello del leader Pdl, il contro-appello è più articolato. Si insinua nelle pieghe della legge. E cambia indicazione di voto di regione in regione. Per questo è meno immediato, ma potenzialmente può essere più efficace. Anche se Walter Veltroni, in realtà, non ha mai assecondato la filosofia del "voto disgiunto". Anzi, al loft la contrastano. Gli elettori però restano liberi. E il movimento di pochi può pesare tantissimo.


La regola di Berlusconi. Sin dall'inizio della campagna elettorale, il Cavaliere ha sostenuto che il solo voto utile nel centrodestra fosse quello al Pdl. Berlusconi è convinto di avere la vittoria in pugno. Ma gli studi e le simulazioni gli hanno dimostrato che, anche con due milioni di voti di vantaggio sul Pd, potrebbe vedersi sfuggire la maggioranza in Senato. Basterebbe qualche sconfitta in regioni in bilico come Lazio, Abruzzo, Marche, Liguria, Calabria. Oppure la crescita di Centro e Sinistra arcobaleno fino a raggiungere diversi quorum (8%) regionali. Se Udc e Sinistra supereranno complessivamente i 20 seggi, la chances di Berlusconi di tornare a Palazzo Chigi si ridurranno drasticamente. Da qui l'appello al voto disgiunto: votate pure per Udc e Destra alla Camera, ma non al Senato. La Destra, in particolare, può dare molto fastidio al Pdl nelle competizioni di Lazio e Abruzzo.


Le Regioni «rosse»- II passa parola del voto disgiunto nel centrosinistra è partito dall'Emilia. Dove il pronostico è favorevole al Pd. Secondo il Porcellum la coalizione che ottiene anche soltanto un voto in più, incassa il premio regionale: 12 seggi in Emilia. Egli sconfitti si dividono i senatori restanti. Da qui l'idea di diversificare le preferenze: votando Pd alla Camera e Sinistra arcobaleno al Senato, qualche migliaio di elettori può spingere il partito di Berti-notti oltre il quorum. In questo caso, Sa sottrarrebbe due seggi direttamente al Pdl. Lo schema può ripetersi in Toscana e Umbria (dove peraltro storicamente la sinistra radicai vanta maggiori consensi). E anche in Basilicata, considerata un'altra delle regioni «sicure» del Pd: stavolta però l'elettore Pd dovrebbe favorire al Senato l'Udc (sulla carta più vicina al quorum). I partiti intermedi in queste quattro regioni possono togliere al Pdl 6 seggi.


Nel regno del Pdl. Il voto disgiunto, per gli elettori del Pd che vogliono impedire il governo Berlusconi, può applicarsi anche nelle regioni dove il vantaggio di Pdl e Lega è ampio: Lombardia e Veneto. Sono le regioni dove Berlusconi spera di andare oltre la soglia del premio (55% dei seggi). Per ottenere il risultato al Cavaliere basta che superino 1'8% solo Pdl e Pd. Di contro, il voto disgiunto degli elettori Pd deve puntare alla conquista del quorum di almeno una delle forze intermedie. Aiutando la Sinistra al Senato in Lombardia, gli elettori «marginali» democratici possono sottrarre tré seggi al Pdl. In Veneto, però, è l'Udc più vicina al quorum: il voto disgiunto dovrebbe prevedere uno splitting al Senato a vantaggio dei centristi (in palio due seggi).


La Sinistra può ricambiare. È possibile anche un voto disgiunto in senso inverso: Sinistra alla Camera, Pd al Senato. Potrebbero attuarlo gli elettori di Bertinotti nelle regioni in bilico tra Pdl e Pd. Soprattutto laddove la Sinistra è sulla carta più lontana dal quorum. In ballo ci sono i seggi del premio. In Abruzzo, Calabria, Marche, Sardegna sarà difficile per Sa conquistare senatori. L'aiuto al Pd in Senato potrebbe valere invece 6 seggi in queste regioni. Poi ci sono le sfide apertissime di Lazio e Liguria. Dove però il voto disgiunto è più rischioso. È vero che la partita nel Lazio può diventare decisiva per il Pd ( 15 seggi a chi vince, 12 a chi perde). Ma, se Sa o Centro dovessero ottenere 1'8%, farebbero propri due senatori assestando un ulteriore colpo al secondo arrivato. E nel Lazio nessuno intende darsi per sconfitto.

14 PUNTI PER UNA SCELTA DI PARTE

1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.

2. Dignità e diritti nel lavoro: lotta alla precarietà
I lavoratori e le lavoratrici precarie nel nostro Paese sono oltre 4 milioni. È precarietà di vita, non solo di lavoro. La Sinistra l’Arcobaleno propone di superare la legge 30 e di affermare il contratto a tempo pieno e indeterminato come forma ordinaria del rapporto di lavoro; di rafforzare la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati; di cancellare dall’ordinamento le forme di lavoro co.co.co, co.co.pro e le false partite IVA.

3. Dignità e diritti nel lavoro: salari, fisco e redistribuzione del reddito
Nel 2003 ai lavoratori toccava il 48,9% del reddito prodotto nel Paese, nel 1972 era il 59,2%. Oggi la quota dei redditi da lavoro dipendente è ulteriormente diminuita. Secondo i dati della Banca d’Italia, dal 2000 al 2006 prezzi e tariffe sono notevolmente aumentati e i salari sono rimasti invariati. La Sinistra l’Arcobaleno vuole fissare per legge il salario orario minimo per garantire una retribuzione mensile netta di almeno 1000 euro; propone un meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale; propone di elevare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. La Sinistra l’Arcobaleno vuole introdurre, come avviene in tutta Europa, un reddito sociale per i giovani in cerca di occupazione e per i disoccupati di lungo periodo, costituito da erogazioni monetarie e da un pacchetto di beni e servizi. La Sinistra l’Arcobaleno propone di diminuire il prelievo fiscale per i redditi più bassi portandoli dal 23 al 20%, contemporaneamente di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, di redistribuire il reddito ai lavoratori e alle lavoratrici attuando immediatamente quanto previsto dalla Finanziaria di quest’anno, che destina loro tutto l’extragettito maturato.

4. Laicità: lo spazio di libertà per tutti
Nei Paesi europei più avanzati, e non solo in Europa, i fondamentali diritti della persona sono tutelati e garantiti da una legislazione che ne salvaguarda la sfera personale, nel rispetto della libertà di scelta di ciascuna e di ciascuno. Da noi non è così. La Sinistra l’Arcobaleno afferma l’uguaglianza sostanziale dei diritti delle persone omosessuali e propone il riconoscimento pubblico delle unioni civili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che ognuna e ognuno abbia il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita e propone una legge sul testamento biologico.

5. Libertà e autodeterminazione femminile
Nemmeno negli anni ’70 l’attacco alla libertà delle donne è stato tanto feroce; addirittura c’è chi propone una moratoria contro l’aborto chiamando “assassine” le donne. La Sinistra l’Arcobaleno propone interventi affinché la legge 194 sia applicata estendendo in tutto il Paese la rete dei consultori e introducendo in via definitiva la pillola RU 486 come tecnica non chirurgica di intervento che può essere scelta dalle donne; una nuova legge sulla fecondazione assistita per eliminare gli ingiusti divieti della legge 40, lesivi della libertà di scelta delle donne e del diritto costituzionale alla tutela della salute; una norma che persegua tutte le forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

6. La pace, il disarmo
L’Italia è al 32° posto per la ricerca scientifica e al 7° posto nella classifica mondiale delle spese in armamenti. Con i soldi spesi per comprare un solo caccia Euro Fighter si potrebbero costruire 100 asili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che vada pienamente attuato l’art. 11 della Costituzione. L’Italia non deve più partecipare a missioni al di fuori del comando politico e militare delle Nazioni Unite. Vanno tagliate le spese per gli armamenti ed avviata la riconversione dell’industria bellica applicando la legge 185. Vogliamo una legge per la messa al bando delle armi nucleari dal nostro Paese. Siamo contrari alla costruzione della nuova base militare a Vicenza ed è necessaria una Conferenza nazionale sulle servitù militari per rimettere in discussione tutte le basi della guerra preventiva presenti sul nostro territorio. Serve una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo.

7. Proteggere il pianeta: un Patto per il clima
Contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici è fondamentale per garantire una speranza di futuro all’umanità: senza adeguate misure ci saranno rischi certi per la salute e l’ambiente. La Sinistra l’Arcobaleno rifiuta il nucleare e propone che entro il 2020 si superi il 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e che le emissioni siano ridotte del 20%; un grande investimento pubblico in pannelli solari su tutti i tetti delle case e degli edifici pubblici. L’acqua è un bene comune e come tale deve essere pubblico. La Sinistra l’Arcobaleno propone la ripubblicizzazione dei servizi idrici, una legge quadro sul governo del suolo e l’inasprimento delle pene contro i reati ambientali e le ecomafie.

8. Le “Grandi Opere” di cui il Paese ha bisogno
Sono necessari grandi investimenti per una diversa qualità dello sviluppo e una buona occupazione. Queste sono le nostre “Grandi Opere”: messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e da quello idrogeologico; investimenti per migliorare i servizi di trasporto per i pendolari e la mobilità nelle città con nuove metropolitane, linee tramviarie e mezzi a energia pulita. Nei prossimi 5 anni 1000 treni per i pendolari. Vanno abbandonati progetti inutili e dannosi come il Ponte sullo Stretto, il Mose a Venezia, la TAV in Val di Susa, a favore di interventi su nodi ferroviari urbani, infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno e potenziamento dei valichi alpini. Investimenti sul trasporto merci su rotaia e sulle autostrade del mare. Riduzione della produzione dei rifiuti, forti investimenti nella raccolta differenziata, misure concrete per il riciclaggio, impiego delle tecnologie più moderne ed avanzate.

9. Il diritto alla salute e le politiche sociali, indice di civiltà
L’Italia destina alla spesa sociale solo il 2,7% del PIL. In Germania, ad esempio, alla spesa sociale viene destinato l’8,3%. Il fallimento e la crisi dei sistemi che hanno introdotto il mercato nella sanità sono la dimostrazione ulteriore che solo il sistema sanitario pubblico e universalistico può dare risposte al bisogno di salute. La Sinistra l’Arcobaleno propone di adeguare il fondo sanitario nazionale al livello europeo, superare definitivamente i Ticket e le liste di attesa, inserire le cure odontoiatriche nei livelli essenziali del sistema sanitario. La Sinistra l’Arcobaleno propone una legge sulla non autosufficienza finanziando un fondo nazionale per almeno 1,5 miliardi di euro, l’aumento del fondo nazionale per le politiche sociali e l’indicazione di livelli essenziali delle prestazioni per eliminare la divaricazione fra regioni ricche e povere. La Sinistra l’Arcobaleno lancia un piano di asili come cardine della rete dei servizi per le bambine e i bambini. Inoltre La Sinistra L’Arcobaleno propone di abrogare la Fini-Giovanardi sulle droghe, superando in una prospettiva non proibizionista la normativa vigente.

10. La casa è un diritto, non una merce
Dopo un ventennio di politiche di privatizzazione e deregolamentazione del mercato delle locazioni, il costo degli affitti raggiunge oggi il 50% del reddito e anche più e gli sfratti di chi non ce la fa a pagare i canoni sono diventati il 70% del totale. L’Italia spende per la politica sociale della casa un decimo dell’Europa. La Sinistra l’Arcobaleno afferma che non ci possano essere sfratti se non da casa a casa, propone un piano nazionale per l’edilizia sociale a cui destinare 1,5 miliardi di euro, che porti l’Italia al livello europeo, modificare la legge 431/98, abolendo il canale libero. Vogliamo costituire un fondo a sostegno della ricontrattazione dei mutui di chi ha acquistato la prima casa e rischia di perdere l’alloggio ed eliminare l’ICI sulla prima casa non di lusso per i redditi medio-bassi.

11. Convivenza, inclusione, cittadinanza
Gli immigrati in Italia sono quasi 4 milioni, incidono per il 6,1% sul PIL, pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse. Sono lavoratrici e lavoratori indispensabili per la nostra società, ma sono esclusi dall’accesso a molti diritti. La normativa attuale impedisce l’ingresso legale nel nostro Paese, creando clandestinità e sottoponendo donne e uomini migranti ad una condizione di sfruttamento e precarietà estrema. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene indispensabile l’abolizione della legge Bossi-Fini, e l’approvazione di una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro, meccanismi di regolarizzazione permanente, il diritto di voto alle elezioni amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli.

12. Istruzione, formazione, università e ricerca: le vere risorse per il futuro
Gli iscritti e le iscritte alla scuola italiana di ogni ordine e grado sono 7.742.294, le risorse destinate all’istruzione e la formazione sono pari al 3,5% del PIL e non aumentano da molti anni. Nel nostro Paese gli investimenti in università e ricerca rappresentano l’1,1% del PIL contro l’1,87% dell’Europa a 25, il 2,7% degli USA, il 3,15% del Giappone. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene la laicità della scuola pubblica fondamentale a partire dal rispetto rigoroso del principio che le scuole private sono libere, ma senza oneri a carico dello Stato. La Sinistra l’Arcobaleno propone la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’estensione del tempo pieno e prolungato, l’innalzamento dell’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; la valorizzazione del ruolo dell’insegnante come intellettuale educatore. La Sinistra l’Arcobaleno propone di aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, nel corso della prossima legislatura, per raggiungere la media dei paesi OCSE; di rinnovare il sistema università e ricerca, anche con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno per i prossimi 5 anni; di estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.

13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia
La questione dei costi della politica non può essere separata dalla condizione generale del Paese: crescono le diseguaglianze e crescono i privilegi. E crescono anche gli intrecci tra affari e politica a partire dalle regioni meridionali ma non solo. La Sinistra l’Arcobaleno propone la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari italiani non deve essere superiore alla retribuzione media dei parlamentari degli altri Paesi europei. È necessaria una legge che sottragga ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici, che stabilisca criteri che le Amministrazioni devono rispettare per garantire l’interesse pubblico e i principi del merito.

14. Una informazione libera, pluralista, democratica
L’Italia in questi anni è stata messa più volte sotto accusa dall’Unione Europea per carenza di pluralismo nell’informazione. Secondo l’ultimo rapporto USA sulla libertà di stampa, il nostro Paese occupa il 61° posto. La Sinistra l’Arcobaleno propone l’abrogazione della “Legge Gasparri” e l’approvazione di una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturale. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.

VOTARE SINISTRA ARCOBALENO AL SENATO FA PERDERE BERLUSCONI

Ciò è evidente nelle regioni dove il Pd vince, ma è anche vero dove ci sono in ballo molti senatori. L'esempio della Lombardia.

L'elezione del Senato in Lombardia

Vediamo di capire come funziona la legge elettorale al Senato.
La questione è importante perché Berlusconi sarà in grado di governare solo se riuscirà a portarsi a Palazzo Madama un numero sufficiente di senatori. La maggioranza alla Camera gli è assicurata dal premio di maggioranza nazionale, che di certo si assicurerà.

A lui non importa avere all'opposizione il PD, Casini o Bertinotti: gli serve solo avere i 158-160 senatori che occorrono per governare. Prenderò ad esempio la Lombardia e simulerò quattro casi, che chiamerò A, B,C e D. Dall'analisi si evince che se la SA passa lo sbarramento in Lombardia, allora il PDL di Berlusconi perde seggi al Senato.

Confrontate il caso A con il caso B e il caso C con il caso D.

Considerate che il Polo (con Casini al suo interno) aveva preso in Lombardia nel 2006 il 56,5% dei voti circa, con la conseguente elezione di 27 senatori, perché contro di lui c'era un'Unione al 42%. La Lombardia ha 9 milioni di abitanti, di cui supponiamo che i 2/3 abbiano più di 25 anni compiuti. Chi non ha 25 anni compiuti non vota al Senato. Quindi supponiamo 6.000.000 di aventi diritto al voto al Senato (tutte le cifre sono a titolo di esempio). Supponiamo ancora che l'80% degli aventi diritto si rechi alle urne. Abbiamo quindi 4.800.000 votanti. Lo sbarramento per le liste singole è l'8% dei votanti, quindi (4.800.000*8)/100 = 384.000 voti. I seggi da assegnare in Lombardia sono 47. Il premio di maggioranza è a 26 seggi. Il premio di maggioranza scatta se la lista che ha preso più voti non ha conseguito il 55% dei seggi.

CASO A (Polo forte, mentre SA e UdC sotto lo sbarramento)

Coalizione del PDL = 2.544.000 voti, pari al 53%
Coalizione del PD = 1.680.000 voti, pari al 35%
SA = 288.000 voti, pari al 6%
UDC = 192.000 voti, pari al 4%
I restanti 96.000 voti dispersi fra i partiti minori. Solo PDL e PD sono ammessi alla ripartizione dei seggi.
Si calcola il quoziente elettorale circoscrizionale, sommando i voti di tutte le coalizioni e liste che hanno superato lo sbarramento e dividendo per i seggi da assegnare. In questo caso è (2.544.000+1.680.000)/47= 89.872 voti. Servono quindi 89.872 voti per avere un seggio.

La coalizione del PDL prende 2.544.000/89.872 = 28 seggi con 27.584 voti di resto. La coalizione del PD prende 1.680.000/89.872 = 18 seggi con 62.304 voti di resto. C'è un seggio non assegnato che viene attribuito al PD per via del più alto resto.
Dato che il PDL ha preso (28*100)/47= il 59,57% dei seggi, non scatta il premio di maggioranza.

Risultato PDL 28 seggi (2 cd extra-seggi, oltre il premio di maggioranza)
Risultato PD 19 seggi

CASO B (Polo forte, SA sopra lo sbarramento, UDC sotto lo sbarramento)

Coalizione del PDL = 2.544.000 voti, pari al 53%
Coalizione del PD = 1.584.000, pari al 33%
SA = 408.000 voti, pari al 8,5%
UDC = 192.000 voti, pari al 4%
I restanti 72.000 voti dispersi fra i partiti minori. PDL, PD e SA sono ammessi alla ripartizione dei seggi. Il quoziente elettorale circoscrizionale è (2.544.000+1.584.000+408.000)/47= 96.510 voti. Servono quindi 96.510 voti per avere un seggio.

La coalizione del PDL prende 2.544.000/96.510 = 26 seggi con 34.740 voti di resto. La coalizione del PD prende 1.584.000/96.510 = 16 seggi con 39.840 voti di resto.
SA prende 408.000/96.510 = 4 seggi con 21.960 voti di resto
C'è un seggio non assegnato che viene attribuito al PD per via del più alto resto.
Dato che il PDL ha preso (26*100)/47= il 55,31% dei seggi, non scatta il premio di maggioranza.

Risultato PDL 26 seggi (nessun extra-seggio)
Risultato PD 17 seggi
Risultato SA 4 seggi


CASO C (Polo debole, SA e UdC sotto lo sbarramento)

Coalizione del PDL = 2.400.000 voti, pari al 50%
Coalizione del PD = 1.680.000, pari al 35%
SA = 336.000, pari al 7% dei voti
UdC= 240.000, pari al 5% dei voti
I restanti 144.000 voti dispersi fra i partiti minori. Solo PDL e PD sono ammessi alla ripartizione dei seggi.
Il quoziente elettorale circoscrizionale è (2.400.000+1.680.000)/47= 86.805 voti. Servono quindi 86.805 voti per avere un seggio.

La coalizione del PDL prende 2.400.000/86.805= 27 seggi con 56.265 voti di resto. La coalizione del PD prende 1.680.000/86.805= 19 seggi con 30.705 voti di resto.
C'è un seggio non assegnato che viene attribuito al PdL per via del più alto resto. Dato che il PDL ha preso (28*100)/47= il 59,57% dei seggi, non scatta il premio di maggioranza.

Risultato PDL 28 seggi (2 cd extra-seggi, oltre il premio di maggioranza)
Risultato PD 19 seggi

CASO D (Polo debole, SA sopra lo sbarramento, Udc sotto lo sbarramento)

Coalizione del PDL= 2.400.000, pari al 50%
Coalizione del PD = 1.632.000, pari al 34%
SA = 432.000, pari al 9% dei voti.
UdC = 240.000, pari al 5% dei voti.
I restanti 96.000 voti dispersi fra i partiti minori. PDL, PD e SA sono ammessi alla ripartizione dei seggi. Il quoziente elettorale circoscrizionale è (2.400.000+1.632.000+432.000)/47= 96.978 voti. Servono 96.978 voti per avere un seggio.

La coalizione del PDL prende 2.400.000/96.978= 24 seggi con 72.528 voti di resto. La coalizione del PD prende 1.632.000/96.978= 16 seggi con 80.352 voti di resto. SA prende 432.000/96.978= 4 seggi con 44.088 voti di resto. Ci sono 3 seggi non assegnati, che vanno nell'ordine al PD, al PDL e a SA.

Ripartizione provvisoria: PDL 25, PD 17, SA 5
Dato che il PDL ha preso (25*100)/47= il 53,19% dei seggi, scatta il premio di maggioranza del 55%. L'assegnazione di qui sopra, che la legge (art.8) definisce provvisoria non a caso, non è più valida. Al PDL sono dati 26 seggi per il premio. I restanti 21 seggi sono ripartiti fra PD e SA. Si calcola il quoziente elettorale circoscrizionale, che è (1.632.000+432.000)/21= 98.285 voti. La coalizione del PD prende 1.632.000/98.285= 16 seggi con 59440 voti di resto.
SA prende 432.000/98.285= 4 seggi con 38860 voti di resto. Il seggio non assegnato va al PD per il maggior resto.

Risultato PDL 26 seggi (nessun extra-seggio)
Risultato PD 17 seggi
Risultato SA 4 seggi

Come potete vedere, non conta se il Berlusca prenda il 50% o il 53%, bensì solo se la SA riesce a passare lo sbarramento. Se la SA scavalca l'8%, si tolgono a Berlusconi due senatori e gli si impedisce di governare il paese. Ciò alla faccia delle sirene PD che invocano il voto a loro favore in nome del contrasto a Berlusconi! Se il PD prende anche un paio di punti in più, ma la SA rimane sotto l'8%, il Berlusca se ne va a Palazzo Chigi per 5 anni contento e serafico!

Lo stesso discorso vale, a maggior ragione, nelle regioni dove è il Pd ad essere in maggioranza relativa e in cui il PDL non è dunque neppure tutelato dal meccanismo premiale, come nel caso D della nostra simulazione. Lì un'affermazione della SA si tradurrebbe in una rovina per la condizione di Berlusconi al Senato.

giovedì 10 aprile 2008

LAVORO AMBIENTE DIRITTI: PER UNA SCELTA DI PARTE

Giovedì 10 APRILE h. 21
PIAZZA BRÀ

NICOLA TRANFAGLIA
capolista al Senato
ANNA DONATI
capolista al Senato
GIANNI RINALDINI
segretario nazionale FIOM-CGIL
PAOLO FERRERO
capolista alla Camera dei Deputati

mercoledì 9 aprile 2008

L'Ambiente: il futuro di Verona

La Sinistra l’Arcobaleno di Verona organizza un

Incontro - dibattito

Mercoledì 9 aprile alle ore 20.45

presso la Sala della Cooperativa di Avesa

Intervengono:

Michele Bertucco

(Presidente Legambiente Veneto)

Alberto Sperotto

(Portavoce Comitato contro il Tunnel)

Serena Betti

(Consigliere di Circoscrizione)

Graziano Perini

(Consigliere Comunale)

Daria Ferrari

(Candidata al Senato)

Fiorenzo Fasoli

(La Sinistra l'Arcobaleno)

Introduce

Giuseppe Campagnari

(Candidato al Senato)

CASTELNUOVO DEL GARDA: presentazione de LA SINISTRA L'ARCOBALENO

Ore 20:30 in SALA CONSIGLIARE
(Piazza degli Alpini)


Presentazione del PROGRAMMA con

TIZIANA VALPIANA
CLAUDIO MAGAGNA (Candidato Sindaco per Villafranca)
ARNALDO PAGANELLA
DINO FACCHINI

sabato 5 aprile 2008

GIORNATA PER L'AMBIENTE

SABATO 5 APRILE
via CAPPELLO dalle ore 15:00
GIORNATA PER L'AMBIENTE

I giovani della SINISTRA l'ARCOBALENO
distribuiranno materiale specifico sui giovani e sull'ambiente.

Pannelli fotovoltaici consentiranno l'uso di un impianto voci

L'iniziativa proseguirà anche DOMENICA 6 APRILE sempre in via cappello dalle ore 15:00

venerdì 4 aprile 2008

LA SINISTRA L'ARCOBALENO e IL MONDO DEL LAVORO

venerdì 4 aprile alle ore 17:00

la SINISTRA l'ARCOBALENO
sarà presente con un volantinaggio
davanti alla OVER e alla CAD in via Torricelli

l'iniziativa davanti ai luoghi di lavoro e alle fabbriche proseguirà anche lunedì 7, martedì 8 e mercoledì 9 aprile, sempre verso le 17:00 o in pausa mensa 12:00-12:30

LA SINISTRA L'ARCOBALENO IN PIAZZA: DOVE TROVARCI...

Mercoledì 2 aprile – mercato del Porto S.Pancrazio (VR)

Giovedì 3 aprile – mercato Madonna di Campagna (VR)

Venerdì 4 aprile - mercato a Montorio (VR)

Sabato 5 aprile – mattino a S.Lucia – P.zza dei Caduti (VR)

Sabato 5 aprile – mattino al Saval – p.zza M.Faliero

Domenica 6 aprile – mattino davanti alla chiesa di Golosine (VR)

Domenica 6 aprile – mattino davanti alla chiesa di B.go Nuovo (VR)

Domenica 6 aprile – mattino, p.zza Cadidavid

Sabato 5 aprile – Via Cappello dalle 15.00

Domenica 6 aprile - Via Cappello dalle 15.00

ANNA DONATI: perchè LA SINISTRA L'ARCOBALENO

Perché mi candido con La Sinistra l'Arcobaleno

La mia candidatura per La Sinistra l'Arcobaleno è una scelta di parte: dalla parte dell'ambiente, dei diritti e delle libertà , dalla parte del lavoro e dei precari, della pace e della giustizia sul pianeta. Sono in lista per il Senato nella circoscrizione Veneto.
Ho fondato, e sempre sostenuto, i Verdi in Italia, che sono la mia storia e la mia passione. Per questo oggi condivido la scelta di promuovere il soggetto unitario La Sinistra l'Arcobaleno, che rappresenta una vera novità nella politica italiana.

Una scelta di parte, senza ambiguità

La Sinistra l'Arcobaleno è la risposta giusta a due domande di cambiamento che pongono oggi i cittadini e le cittadine del nostro Paese. Primo, mettere al centro della politica i contenuti e la vita reale delle donne e degli uomini; secondo, ridurre la frammentazione, che ormai ha determinato troppe divisioni ed allontanato le persone dalla buona politica.
Temi fondanti come la tutela per l'ambiente, la difesa del lavoro e la lotta alla precarietà, la promozione della libertà e dei diritti civili delle persone, l'impegno per la pace e la giustizia sul pianeta sono il nostro patrimonio comune. Idee, impegno, ma anche un lavoro concreto fatto insieme, negli ultimi anni in Parlamento, dalle quattro forze politiche che oggi promuovono La Sinistra l'Arcobaleno: Rifondazione Comunista, PdCI, Sinistra Democratica e Verdi.

Ci unisce un'idea di fondo contro lo sfruttamento e le ingiustizie che riguardano: le persone, le donne, il lavoro, le risorse, il territorio, gli altri animali, i beni comuni. Uno sfruttamento ˝indispensabile˝, secondo tutte le altre forze politiche, che rincorre una crescita illimitata ed insostenibile.
Uno sfruttamento che alimenta lo squilibrio tra Nord del pianeta, avido di risorse e beni che trasforma in rifiuti, ed il Sud del mondo, dove le persone muoiono di fame e sete, di malattie, di catastrofi ambientali. Senza alcun diritto al lavoro, alla scuola, alla sanità.
Tutto questo ci riguarda direttamente. Noi tutti dobbiamo impegnarci, qui ed ora, per dare maggiori opportunità alla giustizia, alla pace ed al disarmo, alla tutela dell'ambiente, ai diritti delle persone. Vogliamo continuare a farlo con proposte concrete e soluzioni praticabili, come abbiamo indicato nel programma de La Sinistra l'Arcobaleno.

L'ambientalismo del fare BENE

La mia esperienza nei Verdi e nell'ecologismo italiano per la difesa del territorio e del paesaggio, per la mobilità sostenibile e contro le grandi infrastrutture sbagliate, per la riqualificazione urbana e migliori servizi ai cittadini, sono una garanzia concreta di ambientalismo del fare bene.
La retorica della ˝politica del fare˝ a qualsiasi costo, non basta: è necessario fare bene, nel rispetto delle esigenze della collettività e dell'ambiente.

Solo il successo elettorale de La Sinistra l'Arcobaleno avrà la forza necessaria per costringere il Partito Democratico a dare risposte coerenti alla questione ecologista. Infatti, l'attuale alleanza con Antonio Di Pietro e la sua politica del fare tante opere sbagliate, è purtroppo un chiaro indicatore della distanza dal nostro punto di vista e dalle nostre tante proposte per fare bene!

Una scelta di parte per le donne

Ho anche una ragione in più per sostenere La Sinistra l'Arcobaleno: avevo 16 anni quando ho partecipato attivamente al movimento femminista in Romagna. Uno straordinario momento di impegno collettivo, di voglia di cambiare il mondo, di esserci e contare per noi donne.

Abbiamo ottenuto tanti successi ed io non ho mai dimenticato l'energia e la forza di quella stagione politica, che oggi qualcuno vorrebbe rimettere in discussione a partire dalla legge 194 per la maternità responsabile. Una ragione in più per votare La Sinistra l'Arcobaleno.

Andare a votare per il bene di tutti

Dopo tante assemblee, incontri e scambi mail, sono pienamente consapevole della delusione per la nostra recente esperienza di Governo, la crisi della politica e della rappresentanza di una ˝casta˝ ormai ripiegata su se stessa. Una delusione anche profonda, in molti casi, che alimenta la voglia di astensionismo e di non andare a votare.
Questo è il nostro principale avversario da battere, insieme al Partito del Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi.
Ognuno di noi, in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, deve riflettere e chiedersi se vuole un mondo peggiore di quello di oggi; se la condizione del lavoro deve essere solo la precarietà ed i redditi impossibili; se la distruzione delle risorse e dei beni comuni deve proseguire inesorabilmente; se non è ingiusto aumentare la spesa per armamenti e tagliare quella sociale; se i diritti che abbiamo conquistato con tante battaglie debbano tornare in discussione.

Abbiamo bisogno di voi e non solo del vostro voto. Abbiamo bisogno della vostra partecipazione alla nascita ed alla crescita de La Sinistra l'Arcobaleno, che si presenta oggi, per la prima volta, all'appuntamento elettorale.
Andare a votare è prima di tutto un atto di responsabilità per il futuro del nostro Paese. Fare una scelta di parte e votare La Sinistra l'Arcobaleno è una risposta giusta ed utile. E' energia pulita per il cambiamento.

Anna Donati
Candidata in Veneto al Senato

giovedì 3 aprile 2008

RINALDINI e 700 SINDACALISTI CGIL scelgono LA SINISTRA L'ARCOBALENO

Autonomia sì, ma non indifferenza e disimpegno rispetto al quadro politico e al risultato elettorale.

Inizia con questa breve ma chiara premessa l'appello che ben settecento dirigenti sindacali della Cgil hanno sottoscritto come sostegno alla "Sinistra l'Arcobaleno". A rimanere sorpresi sono gli stessi promotori, che non si aspettavano una adesione così estesa alla prima uscita. Per il momento la raccolta ha interessato solo la "zona" dei segretari e di alcuni membri dei direttivi. «Si tratta di una operazione molto qualificata - sottolinea Nicola Nicolosi, leader di Lavoro Società - perché tra le firme ci sono sindacalisti che in precedenza non necessariamente hanno aderito alle aree programmatiche tradizionali della sinistra sindacale». Il più grande sindacato italiano, evidentemente, non è poi così granitico come sembra.

Tra i nomi figurano trenta membri del Comitato direttivo nazionale della Cgil: spicca Gianni Rinaldini segretario generale Fiom, Paola Agnello Modica segretaria nazionale confederale, Domenico Pantaleo segretario generale della Cgil pugliese, Ferruccio Danini dello Spi, Carlo Baldini, Dino Greco ed altri.

Tre i concetti-chiave intorno ai quali ruota l'appello: redistribuzione del reddito, "lavoro al centro", lotta alla precarietà e democrazia. Nell'appello viene ricordato come «al centro di questa campagna elettorale debbano stare i temi dell'aumento di salari e pensioni per recuperare l'enorme spostamento della ricchezza verso i profitti e le rendite avvenuto negli ultimi 15 anni». Per questo, continua l'appello: «Sosteniamo le ragioni de La sinistra l'Arcobaleno che, unica nel panorama politico, in un processo di rinnovamento a sinistra, pone al centro del suo programma un radicale cambiamento della società, basato sulla centralità del lavoro e del suo valore e non su una equidistanza tra impresa e lavoro». «Sostenere le ragioni del lavoro significa «sostenere il diritto alla sua rappresentanza nel Parlamento», conclude. Maria Sciancati, segretaria generale della Fiom di Milano, con una lunga militanza sindacale a fianco ai lavoratori dell'Alfa Romeo, non vede solo la scandeza elettorale tra le ragioni che l'hanno indotta a firmare l'appello, ma il problema più generale della ricostruzione della sinsitra. «Di una sinistra - dice - più presente nel nostro paese». «Questa idea che ci sono solo due schieramenti e mi pare la cosa più brutta per la democrazia in un paese», aggiunge. «Questa sinistra ha sempre più bisogno di avvicinanrsi al mondo del lavoro», continua la Sciancati. «Non basta dire che si metta al centro il lavoro. Va sconfitto questo clima che è sempre più di allontanamento dalla poltica e dalla speranza di cambiare le cose». «C'è un mondo del lavoro che per tanto tempo si è sentito solo e abbandonato e continua a sentirsi così. E' passata l'idea che rispondere ai propri bisogno è solo una faccenda individuale. Ci dobbiamo provare a ribaltare questa logica e per provarci dobbiamo costruire un pezzo della sinistra che sia immediatamente riconoscibile».

Il 13 e 14 aprile andremo a votare con la consapevolezza che l'autonomia del sindacato non può essere indifferenza e disimpegno rispetto al quadro politico e al risultato elettorale.
Ancora una volta ci troviamo a contrastare una destra aggressiva, liberista e populista che fa della centralità dell'impresa e degli interessi della finanza e del mercato il paradigma della "riforma del paese".

Nuovi paladini della "modernità" preferiscono inseguirla sul suo stesso terreno: ai cittadini e ai lavoratori non rimarrebbe che scegliere tra due partiti fortemente interclassisti.
Partendo dalla nostra esperienza quotidiana, noi pensiamo, invece, che al centro di questa campagna elettorale debbano stare i temi dell'aumento di salari e pensioni per recuperare l'enorme spostamento della ricchezza verso i profitti e le rendite avvenuto negli ultimi 15 anni; della qualità del sistema produttivo; della stabilità dell'occupazione e la fine del precariato; dell'allargamento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che subiscono il peggioramento delle condizioni di lavoro, a partire dall'inaccettabile livello di morti e infortuni; di uno sviluppo alternativo, basato sul rispetto dell'ambiente e del territorio.

Sosteniamo le ragioni de La sinistra l'Arcobaleno che, unica nel panorama politico, in un processo di rinnovamento a sinistra, pone al centro del suo programma un radicale cambiamento della società, basato sulla centralità del lavoro e del suo valore e non su una equidistanza tra impresa e lavoro.

Il lavoro degli uomini e delle donne, come riconosciuto nell'art. 1 della Costituzione, ha contribuito alla crescita democratica del Paese e ha "contaminato" i più importanti partiti storici dell'Italia; ha concorso al rafforzamento della democrazia parlamentare; ha rappresentato la liberazione dal bisogno per milioni di persone; ha trasformato il sapere e saper fare della società. Il loro impegno sociale, le loro lotte hanno contribuito al progresso, alla civiltà e allo sviluppo democratico del paese.

La democrazia di questo paese è cresciuta con il lavoro e le "conquiste" sociali. Lo stato sociale, i diritti individuali e collettivi, la politica economica rappresentano l'esito delle conquiste realizzate dal lavoro.

Queste conquiste sono soggette al continuo attacco di coloro che considerano il lavoro, la condizione umana, merce da sottoporre all'esigenza del mercato e della competitività.
Sostenere le ragioni del lavoro significa sostenere il diritto alla sua rappresentanza nel parlamento. Per questo invitiamo le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati a partecipare al voto.

Noi, sottoscrittori di questo Appello, votiamo e sosteniamo la Sinistra l'Arcobaleno.

L'ECOLOGISTA MATTIOLI LASCIA IL PD

Il noto fisico era tra i sette ecologisti del partito di Veltroni:
«Sono contrario alle aperture sul nucleare e all'ossessione della crescita».
E ora guarda con «simpatia» la Sinistra arcobaleno

Il giorno in cui la Sinistra Arcobaleno lancia la rete del sapere ecologista, il fisico Gianni Mattioli conquista di diritto la scena. Esperto dei fenomeni ambientali, con esperienze da parlamentare e da uomo di governo, ha fatto una scelta di parte: «Sono un uomo di movimento che non nasconde simpatia per le posizioni della Sinistra Arcobaleno». Lui che fino a poco tempo fa era tra i 7 ecologisti firmatari dell'appello pro-piddì.

Perché dopo anni questa scelta?
Vedevo nell'Ulivo prima e nel pd poi la capacità di una vera partita riformista nel paese: una forza capace di mettere insieme le ragioni delle classi più deboli con quelle della sostenibilità. Credevo fossero maturi i tempi per una sfida così ampia. Non mi convinceva invece la frammentazione di tutta la sinistra. Ma ho sbagliato.

Cosa ha determinato questa rottura con Veltroni?
I rapporti si sono incrinati quando si è iniziato a parlare dell'ambientalismo del sì. Poi con la stesura del programma, la rottura si è consumata definitivamente. Lì si è avuta la conferma: il pd punta in modo ossessivo sulla crescita e dice sì anche al nucleare. Neanche una parola sulle questioni dello sconvolgimento climatico e sul suo impatto nell'economia e sulle abitudini della gente. Dietro l'ambientalismo del fare si nasconde una grande ignoranza dal punto di vista del merito tecnico: ad esempio si ignora che un inceneritore, anche se ben costruito, ha un impatto salutare grave per i cittadini che vivono nelle zone limitrofe. Eravamo incompatibili.

Il programma del pd sul nucleare rimane molto ambiguo. Si spieghi meglio.
Si parla di nucleare di quarta generazione, cioè un progetto che forse vedrà luce nel 2025 è vero, ma rappresenta un'apertura confermata dalle ultime dichiarazioni di Letta e Bersani. Forse non staranno puntando veramente sul nucleare, ma l'ambiguità è sulla scia di quell'ambientalismo moderato sposato da Veltroni.

Si può riaffermare in questo momento l'ambientalismo del no?
Innanzitutto si deve puntare a uno sviluppo sostenibile che pone l'attenzione sull'eguaglianza tra le persone. Devono essere garantite a tutti le stesse opportunità e risorse. Il vero ecologismo prevede infatti la razionalizzazione e la redistribuzione delle ricchezze esistenti. Poi chi ora è accusato di bloccare lo sviluppo coi «no», è il vero riformista. Ha idee propositive: il fondamento è disegnare uno sviluppo basato su altri principi. I no al cemento, al Mose di Venezia, agli inceneritori e alle inutili infrastrutture come la Tirrenica, sono accompagnati da molti sì: come il restauro dei centri storici, il recupero dell'abbandonato, il ferro, il treno, l'eolico. Un principio che si basa sul limite delle risorse planetarie, in cui si mettono in discussione anche i nostri standard di vita quotidiani.

Così si è ritrovato a sposare il progetto della sinistra arcobaleno?
Le questioni che ho a cuore solo la sinistra le ha portate avanti. E le ultime uscite di Bertinotti mi piacciono: l'ambientalismo e la non violenza sono al centro di una nuova forza di sinistra. Parteciperò alla rete del sapere ecologista per mettere a disposizione le mie conoscenze.

Su Legambiente invece che mi dice? Molti la danno per persa nel pd.
Ho molta amarezza per la scelta fatta da ex dirigenti come Realacci e Della Seta, mentre stimo molto l'attuale presidente Cogliati Dezza. Sono convinto che toglierà dall'angolo l'associazione: Legambiente come qualcuno erroneamente pensa non è un'altra cosa. Si può recuperare se rifiuta con forza il finto ambientalismo del fare.

a LEGNAGO la SINISTRA l'ARCOBALENO in FESTA!!!

LEGNAGO
SABATO 5 APRILE
dalle 17:00 alle 21:00 e oltre


Festa di presentazione del programma

La Sinistra e l’Arcobaleno”

Al Museo Archeologico (dietro l’Istituto Minghetti)

LA SINISTRA L'ARCOBALENO: DIFFERENZA IN GIOCO

Tre parlamentari raccontano la loro esperienza e le proposte "dalla parte delle donne": tra legge 194, legge 40, autodeterminazione, violenza, coppie di fatto, laicità dello Stato, diritti e non solo ...

INCONTRO DIBATTITO

con la partecipazione di:

Sen. ANNA DONATI
candidata al Senato nel Veneto

On.le LUANA ZANELLA
candidata alla Camera nel Veneto 1

Introduce
Sen. TIZIANA VALPIANA

Coordinano le donne veronesi candidate


Alessia Berardinelli, MICHELA FACCIOLI,

Daria Ferrari, Maria Rita Serantoni

GIOVEDì 3 APRILE ore 18

Sala "Elisabetta Lodi"

Via San Giovanni in Valle, 13 - VERONA

CITTADINE E CITTADINI SONO INVITATI/E

Verrà offerto il volume “Differenza in gioco in un gioco troppo breve” a cura del Coordinamento delle Parlamentari di Rifondazione Comunista Sinistra Europea

Info 045 8013200 – fax 045 8033112

giovedì 27 marzo 2008

PAOLO FERRERO incontra le Associazioni di Verona


sabato 28 marzo dalle 10 alle 12
Sala circoscrizionale di via Brunelleschi
(dietro farmacia in zona Stadio)


PAOLO FERRERO, Ministro della Solidarietà sociale e candidato come capolista nella Circoscrizione Veneto 1 per la Camera dei Deputati, incontra le associazioni di Verona.

Sarà l'occasione per affrontare temi quali i diritti sociali e civili, i beni comuni, la compatibilità ambientale, la necessità e l'urgenza di lavorare per un'alternativa di società e tutte quelle questioni che ci accomunano ed in cui siamo particolarmente impegnate/i.

Lettera di Maria Rita Serantoni, già presidente ARCI, alle associazioni veronesi

Sono stata coinvolta dagli amici della Sinistra l'Arcobaleno a dare una mano in queste difficili elezioni, ho così deciso di accettare la candidatura nella lista per l'elezione al Senato della Repubblica.

Ho accettato perchè mi veniva chiesto di portare, all'interno del dibattito e del confronto della campagna elettorale, una testimonianza di operatività e di contatto stretto con la realtà del quotidiano in molte delle sue sfaccettature, quelle che, appunto, giornalmente vivo da un punto di vista privilegiato, oltre che come cittadina, da operatrice culturale in una grande associazione che si occupa di diritti, solidarietà, pace, relazioni umane.

Ho accettato perchè, al di fuori di logiche di partito, venivano sollecitate candidature di cittadini e cittadine che avevano solo la propria esperienza e la propria credibilità da mettere in gioco. Sappiamo tutti che con l'attuale legge elettorale non chiediamo voti per noi. Chiediamo un voto per sostenere idee e valori che condividiamo e che solo con la presenza di una SINISTRA, oggi anche unita nella Sinistra l'Arcobaleno, avrebbero una voce sempre più riconoscibile anche per chi troppo spesso non riesce ad avere alcuna voce.

Infine ho accettato perchè troppe persone, anche molte che conosco, hanno rinunciato addirittura a parlare, ad esprimere con il voto le proprie convinzioni, sopraffatte dalla sfiducia per le troppe parole senza seguito e a volte senza senso. A queste persone vorrei infondere un po' della mia passione civile e della mia voglia di non cedere. Se riuscirò a portare anche solo qualcuna di queste persone a votare, avrò raggiunto un piccolo, ma importante obbiettivo.

Tuttavia devo ricordare che lo sbarramento dell'8 per cento al Senato potrebbe vanificare tanto impegno e perciò mi sento di chiedere, oltre che di votare, di votare la Sinistra l'Arcobaleno. Sul sito www.sinistrarcobaleno.it è possibile verificare liste e programma e soprattutto che il voto sia utile prima di tutti all'elettore, al di là delle promesse demagogiche che ci assillano in questi giorni.

Con questo spirito, informo che la Sinistra l'Arcobaleno di Verona propone un incontro con PAOLO FERRERO, Ministro della Solidarietà sociale e candidato come capolista nella Circoscrizione Veneto 1 per la Camera dei Deputati, rivolto principalmente alle associazioni. Sarà l'occasione per confrontarci direttamente con lui su temi quali i diritti sociali e civili, i beni comuni, la compatibilità ambientale, e tutte quelle questioni che ci accomunano ed in cui siamo particolarmente impegnate/i.

L'appuntamento è per sabato 29 marzo p.v.,dalle ore 10 alle ore 12, presso la sala circoscrizionale di Via Brunnelleschi, dietro la farmacia della zona Stadio.
Confidando di incontrarci in questa occasione, saluto con cordialità.

maria rita serantoni (già presidente arci verona)

martedì 25 marzo 2008

GLI APPUNTAMENTI TRA IL 24 E IL 30 MARZO

IN CITTÀ

>>> GIOVEDÌ 27

ore 12:30 presso il bar ZENZERO CAFÈ

PAOLO FERRERO
ministro della Solidarietà Sociale e candidato capolista alla Camera nella Circoscrizione Veneto 1
incontra i cittadini per un aperitivo e uno scambio di opinioni su LAVORO, PENSIONI e PRECARIETÀ

ore 17:00 presso la sala ATER in Piazza Pozza (San Zeno)

PAOLO FERRERO (capolista alla camera), NICOLA TRANFAGLIA e ANNA DONATI (capilista al Senato)
incontrano i cittadini in un dibattito pubblico su
AMBIENTE, DIRITTI e LAVORO

>>> VENERDÌ 28

ore 11:00 presso l'Istituto Maffei

CLAUDIO MAGAGNA
candidato Sindaco a Villafranca per la Sinistra l'Arcobaleno
incontra gli studenti e le studentesse

>>> SABATO 29

ore 11:00 presso la Sala Circoscrizionale di Via Brunelleschi (Stadio)

PAOLO FERRERO
incontra il Terzo Settore

ore 15:00-19:00 in via Cappello davanti al COIN
punto informativo de la Sinistra l'Arcobaleno di VERONA

>>> DOMENICA 30

ore 10:30 in via Spagna 6 (San Zeno)
partecipazione de la Sinistra l'Arcobaleno alla Biciclettata per il futuro sostenibile della città promossa dalle associazioni ambientaliste (conclusione in Piazza Brà ore 17:30 circa)

ore 15:00-19:00 in via Cappello davanti al COIN
punto informativo de la Sinistra l'Arcobaleno di VERONA

IN PROVINCIA

>>> MERCOLEDÌ 26

VILLAFRANCA - Café Fantoni ore 17:00
ANNA DONATI, testa di lista al Senato, e CLAUDIO MAGAGNA, candidato Sindaco della Sinistra Arcobaleno per Villafranca
incontrano i cittadini per parlare dell'impatto delle grandi infrastrutture/opere sul territorio di Villafranca

LEGNAGO - Sala Civica di via Matteotti ore 21:00
ANNA DONATI incontra i cittadini sul tema del collegamento autostradale NOGARA-MARE

>>> GIOVEDÌ 27

SAN BONIFACIO - sala Civica ore 21:00
ANNA DONATI incontra i cittadini sul tema ALTA VELOCITA' e CONCESSIONI AUTOSTRADALI

venerdì 21 marzo 2008

SINISTRA ARCOBALENO PUNTA SU 4 TEMI

Lavoro, diritti e libertà, ambiente e pace sono i cardini del programma illustrato ieri mattina dai candidati
Tranfaglia: «Non ho avuto la querela di Tosi per il caso Miglioranzi, l’avrei ricevuta con piacere»


Lavoro, diritti e libertà, ambiente e pace. Sono questi i quattro punti per i quali la Sinistra Arcobaleno si impegna a combattere. Lo hanno ricordato ieri al Caffè Filarmonico lo storico Nicola Tranfaglia e la senatrice Anna Donati, rispettivamente candidati numero 1 e 2 per il Senato nel Veneto, presentati da alcuni dei cadidati veronesi per la Sinistra Arcobaleno come Claudio Magagna, presidente provinciale dei Verdi, Graziano Perini, consigliere comunale Pdci, entrambi in corsa per la Camera, Giuseppe Campagnari, ex direttore del parco delle Dolomiti bellunesi e Maria Rita Serantoni, ex presidente Arci, entrambi candidati al Senato.

Tranfaglia arrivato è a Verona senza aver ancora ricevuto la querela annunciata dal sindaco Tosi a proposito delle sue affermazioni sull’elezione del consigliere di Fiamma Tricolore, Andrea Miglioranzi, all’Istituto veronese per la resistenza: «L’ho attesa invano», dice Tranfaglia sorridendo, «mi sarebbe piaciuto riceverla».

Chiusa la parentesi, Tranfaglia si è dedicato all’illustrazione del programma elettorale i cui «punti di forza sono la battaglia per la difesa del lavoro e diritti della Costituzione, messi in crisi in questi ultimi anni, e per la difesa dell’ambiente con una riforma che renda il capitalismo sostenibile». E proprio sul lavoro, Tranfaglia ha ricordato come le forze confluite nella Sinistra Arcobaleno abbiano, durante la riforma del Welfare approvata dal Governo Prodi, «dato fedeltà al Governo pur mettendo in evidenza ciò che si poteva e doveva fare per la sicurezza del lavoro, ottenendo così il decreto attuativo della legge 123 senza il quale tutti i provvedimenti a tutela del lavoratore sarebbero rimasti sulla carta».

La Donati ha invece puntato sulla novità rappresentata dalla Sinistra Arcobaleno: «Siamo la risposta a due grandi problemi della politica italiana, ovvero la frammentazione dei partiti e la mancanza di garanzie di omogeneità di temi nelle coalizioni». Per la Donati, infatti, la Sinistra Arcobaleno propone quattro temi chiari e semplici che sono lavoro, diritti e libertà, ambiente e pace. Temi che tutti i partiti confluiti sotto il simbolo dell’Arcobaleno ritengono prioritari per la politica del Paese».

G.C. – L’Arena

giovedì 20 marzo 2008

5 GIORNATE VERDI

Gli altri Parlano di colori Politici,
lasciamoglielo fare.
meglio Parlare di ciò che conta
Per la vita quotidiana degli italiani.


20 marzo – l’ENERGIA: come produrre energia spendendo meno, inquinando meno e uscendo dalla dittatura del petrolio;

26 marzo - l’INQUINAMENTO: come migliorare la mobilità intorno e dentro le città, facendo respirare davvero tutti;

dalle 07.00 alle 09.00 volantinaggio davanti alle stazioni di Verona P.N. e Verona P.V. sulla tematica della mobilità

29 marzo - il CAROVITA: come mangiare meglio e spendere meno, togliendo agli italiani l’ossessione (motivata) della quarta settimana;

banchetti al Saval (via Faliero), B.go Venezia (p.zza L. Vinco), p.zza Madonna di Campagna sulla tematica del carovita (come mangiare meglio e spendere meno)

2 aprile - gli ANIMALI: come difendere i loro diritti in modo moderno;

5 aprile – il CLIMA: come realizzare un vero patto per il clima con le forze della società civile, le imprese, i sindacati, le comunità locali, le famiglie, i singoli cittadini; perché ciascuno contribuisca a rafforzare con il proprio impegno individuale la battaglia a favore di politiche attive contro i cambiamenti climatici e per la tutela della biodiversità;

iniziativa in p.zza Brà (dalle 17.00 alle 20.00) con musica e video, mostra di pannelli solari etc. sul tema: “come realizzare un vero patto per il clima”

lunedì 17 marzo 2008

E’ INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED I FURBI NON HANNO PERSO L’OCCASIONE!!!

La campagna elettorale è appena cominciata, ma i soliti noti sono già all’opera infischiandosene delle regole riservate solo per i comuni mortali, ma non per gli indefessi attivisti della Lega Nord.

Tutti sanno che durante la campagna elettorale è proibito attaccare i manifesti fuori dagli spazi previsti, ma gli “esuberanti” militanti della Lega non possono fermarsi davanti a regole così assurde e figlie della vecchia politica.
Loro che sono i paladini della legalità e della sicurezza non possono essere trattenuti nel loro ardore da limitazioni che valgono per gli altri, ma non certo per limitare il fuoco padano.

Non sono ancora effettuati i sorteggi per l’assegnazione dei posti in lista, di solito usati dai Comuni per attribuire anche gli spazi per la propaganda diretta?

Bene!!! Un motivo in più per non farsi trattenere dai freni inibitori e passare subito all’azione.

Il Sindaco si è accorto che i suoi prodi hanno sbagliato bersaglio ed hanno attaccato manifesti dentro e fuori degli spazi o i suoi occhi sono attirati solo dai venditori abusivi o dai bambini che mangiano il panino sulle gradinate di palazzo Barbieri?
Ha attivato i vigili urbani per rimuovere le affissioni abusive e denunciarne gli attacchini o questi manifesti, nonostante la legge, anziché deturpare la città la caratterizzano e la rendono più gradevole?

E’ troppo chiedere cosa succederebbe se tutti adottassero lo stesso comportamento?
Insomma non si può accettare che la Lega predichi la legalità e mostri i muscoli verso gli altri, specie se deboli e fragili, ed usi ben altro metro verso se stessa!
E’ bene ricordare che spesso, sono proprio i piccoli gesti concreti a dimostrare, più di qualsiasi altro discorso, la vera natura delle cose.

Vale anche in questo caso.

Fiorenzo Fasoli, Giorgio Gabanizza, Graziano Perini e Claudio Magagna
la Sinistra l’Arcobaleno di Verona

mercoledì 12 marzo 2008

Perchè il vero VOTO UTILE è a SINISTRA

di Matteo Bartocci "Il Manifesto" 11 marzo 08

Più voti Veltroni, più vince Berlusconi. Dati del 2006 alla mano è uno dei paradossi più clamorosi, per il Senato, della legge elettorale votata dal centrodestra. Uno studio pubblicato ieri sul Messaggero ha il merito di rovesciare tutti i luoghi comuni costruiti ad arte sul "voto utile". Soprattutto perché con un'operazione di verità ribalta l'analisi dal bipartitismo artificiale Veltroni-Berlusconi prendendo in considerazione tutte le forze principali in campo: Pd, PdL, Sinistra Arcobaleno e Udc.

Com'è noto, alla Camera con questa legge elettorale basta un solo voto in più rispetto a tutti gli altri partiti per accapararsi 340 deputati (il 54%). E visto che a Montecitorio Berlusconi è in testa in tutti i sondaggi ,Pd, SA e Udc si spartiranno i 270 deputati restanti. Chi parla di pareggio dunque deve necessariamente concentrarsi su palazzo Madama, che anche nella prossima legislatura sarà l'ago della bilancia. Sul Messaggero si tracciano 4 scenari constatando che "il controllo della camera alta non dipende solo dallo scontro diretto Berlusconi - Veltroni" ma soprattutto dal risultato delle altre forze politiche: per come è fatta la legge elettorale e per la serie storica di dati tra regioni "bianche" e "rosse" una maggioranza chiara di destra è infatti quasi impossibile.

Salvo in un caso: con i due partitoni che prendono tutto o con una sinistra perdente sotto l'8%. Prendiamo per semplicità la simulazione più"bipartitica" di tutte: prevede un testa a testa Pd-PdL (39,4% contro il 42,4%) e una sconfitta pesante sia per Bertinotti che per Casini (entrambi sotto il 6%). Ebbene, potrà sorprendere ma proprio il risultato più netto è quello che garantisce la maggioranza assoluta del senato a Berlusconi: 164 seggi al PdL contro i 138 del Pd e 2 ciascuno per Sa e Udc (in Toscana e in Sicilia). Questo perché sia nelle regioni "rosse" che in quelle"bianco azzurre" proprio le terze forze Sa e Udc hanno l'effetto(riequilibrante) di togliere seggi al partitone perdente. Facendo le somme, in quasi tutte le regioni un successo della Sinistra toglie seggi a Berlusconi. Al sud, viceversa, un risultato dell'Udc favorisce di poco Veltroni. Non a caso la simulazione massima in cui la Sinistra raggiunge il 9,3% (21 senatori) è anche quella in cui Berlusconi prende meno seggi (154).

Dal punto di vista politico si possono trarre due conclusioni. La prima è che chiunque vinca in Senato ci saranno comunque tre opposizioni (Sa, Udc, Pd) che non si possono sommare tra loro. Ad esempio: sulle missioni estere Udc e Pd potrebbero votare con il PdL ma non la Sa. La seconda, altrettanto importante, è che parlare di sostanziale pareggionon vuol dire altro che preparare uno scenario in cui Pd e PdL da soli controllano 311 seggi su 315 a Palazzo Madama. Un numero forse insufficiente a dare un governo stabile ma che consente di fare riforme costituzionali senza neanche passare per il referendum confermativo.

Una "grande coalizione" per le riforme del tutto inedita nella storia repubblicana. Nel 2006 Prc, Pdci e Verdi hanno avuto più voti al senato che alla camera. Segno che una parte dell'elettorato ha voluto garantire la vittoria a Prodi con un voto "utile" sentendosi più libero sul voto di Palazzo Madama. Stavolta si vuole far credere l'esatto contrario. Ma se così avvenisse l'unico effetto concreto sarebbe di consegnare il paese a Berlusconi. Se il 30% di elettori è ancora indeciso è ora che la Sinistra Arcobaleno provi a spiegare, anche con i numeri, che l'unico voto utile contro Berlusconi è il suo.

martedì 11 marzo 2008

ANCHE IL PROSSIMO WEEKEND la SINISTRA l'ARCOBALENO è in piazza!!!

VIENI A TROVARCI

SABATO 15 E DOMENICA 16 MARZO
in VIA CAPPELLO (davanti a COIN)
dalle 15:00 alle 19:00

AL TAVOLO INFORMATIVO

lunedì 10 marzo 2008

L'EUROPA CI DA' RAGIONE: VIE LE NORME DISCRIMINATORIE PER L'ACCESSO ALLE CASE COMUNALI!

VENERDI' 14 MARZO '08
ORE 20.30
SALA LUCCHI

(Palazzina servizi dello stadio)

Intervengono:

PASQUALINA NAPOLETANO, Vicepresidente del gruppo socialista europeo;
ROBERTO MUSACCHIO, Parlamentare europeo;
NICOLA TRANFAGLIA, Capolista al Senato per La Sinistra. L'Arcobaleno;
ROBERTO MALESANI, Avvocato del Coordinamento Migranti di Verona.

mercoledì 27 febbraio 2008

LA SINISTRA L'ARCOBALENO ANCORA IN PIAZZA!


Saremo ancora in piazza questo fine settimana, vienici a trovare!
SABATO 1 MARZO e DOMENICA 2 MARZO

dalle ore 15.00
P.zza Bra (Liston, angolo via Roma)